Criteri e metodologie di prevenzione del gas radon

Con un’adeguata e corretta progettazione si prevengono elevate concentrazioni di gas radon. Le opere possono essere riferite a interventi di ristrutturazione e di nuova edificazione. La scelta deve partire dal progetto in base al tipo di fondazioni se a platea o con vespaio aerato. Se il territorio non è “a rischio” di elevate concentrazioni gli interventi progettuali si “limitano” all’utilizzo di quelli di tipo “passivo” (con o senza l’ausilio di impianti e macchine), cioè senza l’impiego di impiantistica sofisticata.

E’ comunque vivamente consigliabile affidarsi a professionisti aventi conoscenza sul modo di diffusione del gas radon ed esperienza sia nella  mitigazione e bonifica che negli interventi nel settore dell’edilizia, abilitati (E.I.R.R.) secondo i requisiti del D.Lgs. 101/2020 

Interventi da realizzare per nuove costruzioni

In caso di nuova edificazione è opportuno far transitare le tubazioni degli impianti dalle pareti perimetrali anziché dal solaio a terra. In questo modo si evitano rischi di transito del gas dal terreno attraverso i fori delle canalizzazioni e problemi di sigillature a tenuta d’aria.

I cavedi delle utenze comunali all’interno dei quali corrono le canalizzazioni dei servizi sono infatti dei luoghi in cui il radon si concentra. Anche le riprese di getto, le crepe lungo la linea di connessione fra parete verticale e solaio a terra, le fessure passanti nella pavimentazione, ecc..

Posa di una barriera impermeabile al gas radon

posa

Interventi da realizzare in fase di ristrutturazione

Occorre impiegare e posare, con gli ottimali criteri, speciali barriere impermeabili al Radon. Ottima soluzione è la ventilazione naturale del vespaio e, ancora meglio, se si riesce a creare un “effetto camino” che incrementa la ventilazione portando la tubazione dall’uscita del vespaio fino in copertura oltre il cornicione.

In mancanza di risultati soddisfacenti, si ricorre ad un sistema di tipo “attivo” cioè a un ventilatore collegato alle tubazioni esistenti. Se nel caso di ventilazione naturale è indispensabile mantenere aperte una doppia serie di fori contrapposti: di ingresso e di uscita dell’aria, per ventilare il volume del vespaio con ventilazione forzata, risulta più utile chiudere i fori di ingresso dell’aria per realizzare una maggiore depressione/pressione, nei confronti del terreno.

Prevenzione gas radon

Criteri e metodologie di bonifica del gas radon

In base alla misura di concentrazione di radon risultata nell’indagine, si sceglie l’intervento di tipo “attivo” o “passivo” (senza o con l’ausilio di impianti e macchine), considerando la tipologia costruttiva dell’edificio, l’impegno di spesa e i tempi delle lavorazioni ad esempio ventilazione naturale, impiego di barriere al radon, impianti che aspirano l’aria (depressione) o che insufflano l’aria (pressurizzazione) alla base dell’alloggio o edificio.

Interventi su edifici esistenti e abitati/utilizzati

Le concentrazioni medie annue di gas radon nella regione lombardia sono risultate pari a circa 116 Bq/m3 e nelle abitazioni di 124 Bq/m3. In caso di intervento su edifici esistenti nei quali siano stati riscontrati valori di radon oltre la soglia suggerita e che presentino alcune pareti perimetrali di contenimento controterra può essere sicuramente funzionale la messa in opera di un pozzetto al perimetro dell’edificio per la messa in opera di un pozzetto al perimetro dell’edificio per porre in depressione del terreno o dell’eventuale vespaio.
Ancora più funzionale risulta la realizzazione di una intercapedine ventilata meccanicamente realizzata all’interno dell’edificio tramite la messa in opera di elementi prefabbricati (igloo) di basso spessore sia sul solaio a terra che sulla parete verticale controterra, previa messa in opera di una membrana impermeabile al gas radeon e con successivo rivestimento a pavimento e a parete.

Normativa e gas radon

Allo scopo di tutelare i lavoratori e la popolazione dall’esposizione al radon negli ambienti di lavoro, in Italia si disponeva una normativa specifica (Decreto Legislativo n. 241/2000). Il valore di riferimento oltre il quale il datore di lavoro deve adempiere ad una serie di obblighi, è pari e maggiore alla concentrazione di 500 Bq/m3 media annua.

Da agosto 2020, è entrato in vigore il D.Lgs 101/2020 che fissa i limiti della concentrazione media annua a 300 Bq/m3 oltre a diverse opzioni di misura sia nell’arco temporale che nelle modalità.

Per quanto riguarda le abitazioni esistenti non esiste al momento un obbligo specifico ma delle Raccomandazioni (rif. D.Lgs 101/2020;  direttiva 2013/59 Euratom) con obblighi di misure e di intervento solo per le ristrutturazioni e i nuovi interventi di edilizia residenziale dove la misura media annuale deve esser contenuta nel limite dei 300 Bq/m3 .

Si rammenta che se si superano i limiti di concentrazione media annua, sono necessari interventi di mitigazione nelle modalità definite dalla normativa D.lgs. 101/2020 ad opera di un Esperto abilitato di Interventi di Risanamento Radon (E.I.R.R.).